martedì 27 marzo 2007

Tutti i mali del mondo

TUTTI I MALI DEL MONDO


 


"Quante volte per altri è vita quello che per noi è un minuto"       


Francesco Guccini - "Antenòr" - Metropolis - 1981 Emi Italiana SpA


 


Te ne rendi conto d'improvviso mentre ascolti distratto quel che ti sta narrando il tuo amico. Già lo avevi confusamente intuito prima, quando gli stavi raccontando di quel tuo spaventoso incidente che per qualche istante ti aveva portato al cospetto della morte.


Già allora, parlandogli, avevi notato sgomento che dalle sue parole, dai suoi occhi, dal suo atteggiamento traspariva nettissima una velata sensazione di noia e che egli si frenava a stento dall'interromperti e dal raccontarti l'incidente avvenutogli qualche tempo prima.


Appena tu avevi smesso di parlare, subito egli aveva iniziato a narrarti della sua disavventura automobilistica e di quelle accadute a tanti suoi amici e parenti; il tuo incidente era per lui diventato solo il pretesto per dare la stura ad una serie di ricordi forse vivissimi nella sua mente, fors'anche dolorosi ma che, a dire il vero, non ti interessano minimamente e che ascolti annoiato e quasi seccato perché ti pare che tutti questi incidenti e questi scontri e tamponamenti tendano a sminuire l'importanza del tuo che, come sai bene, è stato unico ed irripetibile ed importantissimo per la tua vita.


Allora ti rendi conto che questa tua noia, questo tuo fastidio, questa strana indifferenza sono le stesse sensazioni che aveva precedentemente provato il tuo amico mentre gli stavi parlando.


Confuso, scuoti la testa e comprendi che quegli episodi che il tuo amico ti sta raccontando e che a te paiono aneddoti un po' noiosi, per altre persone sono stati causa di sangue e di lacrime e che la tua indifferenza è colpevole e vile, come colpevole e vile ti era parsa prima quella del tuo interlocutore.


Allora capisci come tutto sia spaventosamente relativo e come quel grande amore che ti ha ucciso il cuore possa per altri essere solo un minimo elemento di una casistica infinita e scontata.


Eppure tu lo sai che da allora il tuo cuore si è fermato e che quella banalissima cosa è stata il momento più importante della tua vita.


Ci ripensi, ti balocchi un poco con questa idea, poi concludi che non possiamo partecipare ai dolori di tutta la gente del mondo, che già ci bastano i nostri.


Quindi, con un sorriso strano, un po' cinico, un po' amaro, annuisci alle ultime parole del tuo amico e ti volgi verso una finestra a goderti lo splendore del disco d'oro che tramonta.

3 commenti:

visionioniriche ha detto...

Quanto è vero quello che scrivi..ho iniziato a leggere il post perchè all'inizio hai postato quella frase di Guccini,,il mio autore preferito..e l'ho trovato irrimediabilmente vero,un saluto e buon week-end..tornero' a leggere del tuo libro..Camilla

scriverecala ha detto...

Benvenuta Camilla.
Quel verso di Guccini l'ho citato anche nell'Unico peccato, perchè rappresenta uno dei temi del mio romanzo. Nel libro ho citato poi diverse altre strofe di Guccini, che è anche per me uno degli autori che più amo.
La canzone Antenòr, secondo me, è una specie di capolavoro e altre sue strofe che mi tornano spesso in mente sono:
ANTENOR CHIESE DA BERE, E SCAMBIO' QUALCHE SALUTO/
CALMO E SERIO DANZO' TUTTO IL RITUALE ORMAI SAPUTO/
UOMO E UGUALE COI SUOI PARI/
QUASI PARI CON GLI ANZIANI/
COME BREVE QUELLA SERA, COME LUNGHI I SUOI DOMANI

La canzone è tratta da un episodio narrato nel Don Segundo Sombra di Guiraldes, al quale sono giunto guidato da riferimenti borgessiani.

E poi dicono che "sono solo canzonette".

visionioniriche ha detto...

Sergio..ti ringrazio della risposta ,leggero' sicuramente il tuo racconto..Di sicuro,quelle di F.G non sono canzonette..sono poesie,piccoli capolavori..nel mio blog gli ho anche dedicato un post all'inizio...solo lui puo' accostare in rima parole come "amare" e "Schopenhauer"
saluti apresto Camilla