giovedì 31 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 9

Alla fine della fiera, quanti e di che tipo sono gli editori e quanti libri hanno pubblicato nell’ultimo anno censito dall’Istat (il 2005)?

 

Come già detto, gli editori che hanno pubblicato almeno un’opera nel 2005 sono 1.739. Tra di essi sono conteggiati anche i centri studi e gli enti che svolgono attività editoriale come attività non prevalente.

 

Gli editori possono essere suddivisi a seconda del numero di opere pubblicate: i piccoli (che pubblicano da 1 a 10 opere all’anno) sono 1.079, i medi (da 11 a 50) sono 459, i grandi (più di 50 pubblicazioni annue) sono 201.

 

La classificazione dell’Istat considera dunque medi editori quelli che spesso nel comune sentire sono visti come “piccoli” editori e considera tra i grandi editori anche le case che spesso vengono identificate come “medie”.

 

I piccoli editori Istat pubblicano in media 3,8 opere all’anno, i medi ne pubblicano 23,2, i grandi 223,4.

 

La realtà dei piccoli editori Istat, che pure svolgono spesso un’opera meritoria, è sostanzialmente marginale nel mercato del libro. Essi pubblicano circa il 7% dei titoli ma rappresentano solo il 3,5% della tiratura complessiva.

Come noto sono i grandi editori che occupano la maggior parte del mercato con i tre quarti dei titoli pubblicati e l’88,2% della tiratura complessiva.

In mezzo, non tanto comodi, stanno i medi editori che pubblicano il 17,2% dei titoli e rappresentano un 8,3% della tiratura.

 

Adesso che conosciamo qualcosa sugli gli editori possiamo passare ai libri. Quanti sono e che tirature medie hanno?

 

(Fonte: indagine Istat sulla produzione libraria – anno 2005)

mercoledì 30 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 8

Per saperne di più sull’editoria, sulle tirature dei libri e sui lettori italiani è opportuno consultare le statistiche dell’Istat.


Con una premessa: nel valutare i risultati statistici occorre ricordare sempre i polli di Trilussa (se tu mangi due polli ed io nessuno, per lo statistico abbiamo mangiato un pollo a testa, ma io ho fame).

 

L’Istat, a partire dal 1951, realizza ogni anno un’indagine sulla produzione libraria italiana che viene diffusa in forma provvisoria ogni ottobre in occasione della Fiera del Libro di Francoforte. I dati definitivi sono poi diffusi ad aprile. Attualmente, quindi, sono disponibili i dati provvisori del 2005 e quelli definitivi del 2004.

 

Prima di partire con l’esame dei dati è bene intenderci sulla terminologia adottata dall’Istat.

 

L’istituto, conformandosi ai criteri dell’Unesco, considera nella sua indagine le opere librarie di almeno cinque pagine, con esclusione di quelle stampate dall’editore per conto terzi.


Nell’indagine dell’Istat sulla produzione libraria, tra le opere librarie sono compresi:

- pubblicazioni ufficiali dello Stato o di altri enti pubblici;

- estratti di pubblicazioni;

- libri diffusi con cadenza periodica e numerazione progressiva, attraverso le rivendite di giornali e altri canali (romanzi rosa, gialli, ecc.);


e sono invece esclusi:

- cataloghi, listini prezzi e in genere pubblicazioni propagandistiche di attività industriali, commerciali o turistiche, a condizione che siano distribuiti gratuitamente e che il testo letterario, tecnico o scientifico non sia prevalente rispetto a quello strettamente pubblicitario;

- orari, elenchi telefonici, programmi di spettacolo, calendari e simili;

- opere musicali ove il testo letterario sia di scarsa importanza;

- carte geografiche, topografiche, ecc. non rilegate sotto forma di atlante;

- album con figurine che non contengano un testo narrativo:

- opere pubblicate da un editore in conto terzi.

 

Un’opera, per essere censita, deve avere almeno 5 pagine. Se ne ha almeno cinque ma meno di 49, copertine escluse, viene considerata un Opuscolo, sopra le 49 pagine è un Libro.

 

Gli editori sono suddivisi in piccoli (che pubblicano da 1 a 10 opere all’anno), medi (che ne pubblicano da 11 a 50) e grandi (che superano le 50 pubblicazioni annue). Nell’ambito dell’indagine dell’Istat sulla produzione libraria si considerano, oltre alle case editrici, anche i centri di studio e gli enti che svolgono attività editoriale come attività non prevalente.

 

 (fonte: la Nota metodologica relativa all’indagine sulla produzione libraria 2005)

 

Segue…

 

martedì 29 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 7

Alla Fine della Fiera del Libro di Torino appare sul sito ufficiale il dato finale dei visitatori: quest’anno sono stati 302.830.


Questi risultati, si legge su http://www.fieralibro.it/ “confermano, in tal modo, il balzo straordinario del 30% registrato nella edizione del 2006. Occorre ricordare che il 2006 è stato l’anno delle Olimpiadi e che la Fiera ha, dunque, goduto dell’effetto traino di quel grande evento mediatico.” I redattori del sito aggiungono poi: “per dovere di cronaca, occorre ricordare che le circa 2.500 persone intervenute alla serata inaugurale, mercoledì 9, non sono state computate nella somma finale dei visitatori, altrimenti si sarebbe superato il record dello scorso anno..”

 

Dunque c’è stata una grande affluenza, anche se questo dato contrasta non poco con le impressioni di vari editori che avevano notato un rilevante calo di presenze. Evidentemente i sensi dell’uomo possono essere fallaci, mentre i registratori di cassa dovrebbero essere molto più precisi.

 

Girando tra i 1263 espositori (non solo editori) presenti alla Fiera, pensavo che gli editori italiani sono tanti.

 

Nel 2005 gli editori censiti erano 3.136. Di questi, solo 1739 risultavano aver pubblicato almeno un’opera  in quell’anno.

Dunque esistevano allora circa 1.700 editori “vivi” e circa 1.400 editori “in sonno”.

 

Mi è venuta voglia di saperne di più e quindi mi sono tuffato nella rete. Qualcosa ho trovato…

 

Segue…

 

lunedì 28 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 6

Alla fine della Fiera del Libro di Torino, mentre cerco l’uscita che conduce al mio parcheggio, passo in un salone dove un autore straniero sta rispondendo a delle domande in un italiano volenteroso. Non so chi sia ma fa un’osservazione interessante.

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“Essere uno scrittore è un mestiere strano” dice “perché io posso affermare di essere uno scrittore solo nel momento in cui sto scrivendo un libro e poi quando me lo pubblicano, ma poi la cosa finisce lì, perché non è detto che io in futuro scriva un altro libro. Non c’è certezza che scriverò ancora. Io torno ad essere scrittore solo quando riprendo a scrivere.”

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Forse è a questo che si riferiva John Steinbeck quando diceva: "la professione di scrivere libri fa apparire le corse dei cavalli un'attività solida, stabile."

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Ma non ho tempo per rimanere ad ascoltare questo straniero. Sono ubriaco di libri e mi aspettano cinque ore di macchina per arrivare a Firenze. Chiedo a un desk delle informazioni dov’è l’uscita. Mi indicano una gigantesca porta proprio dietro di me. La guardo, sorrido al ragazzo delle informazioni e capisco che è davvero l’ora di tornare a casa.  

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Ma segue…

venerdì 25 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 5

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 5

 

Alla fine della fiera, chi vende i libri è la libreria.

 

Ho parlato finora degli scrittori e degli editori.

Dato che, come dice qualcuno, non possiamo farci carico dei problemi di tutti a questo mondo, per quel che riguarda i problemi dei librai (che ne hanno tanti) e gli aspetti tecnici connessi all’esercizio di una libreria passo la mano e rinvio al divertente forum sulla Repubblica dei lettori  denominato “corso on line per aspiranti librai”.


 

Lì ci trovate anche diversi interventi di LT (ovvero Lord Thuna ovvero Paolo ) che mi ha dato una mano a reperire alcuni dei dati presenti in questi post (e in quelli che verranno).

 

 

Segue…

 

giovedì 24 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 4

Alla fine della fiera, a chi vanno i soldi che il lettore paga quando compra un libro?

 

I dati di cui dispongo sono da considerarsi indicativi e variano da editore ad editore, però rendono chiaramente l’idea di come si svolgano, in definitiva, le cose.

 

La ripartizione media del prezzo di copertina di ogni libro venduto è (in media) la seguente:

 

30 % alla libreria;

 

30% al distributore di cui


  • 15% come compenso del lavoro di distribuzione;

  • 10% come compenso per la commercializzazione e promozione dei titoli presso le librerie;

  • 5% per il servizio di deposito (gestione del magazzino) a favore della casa editrice;


 

40% all’editore.

 

Col suo 40% l’editore deve pagare


  • il 5% (o, al massimo il 10 %) all’autore per i diritti d’autore;

  • dal 20% a 15% per lo stampatore (il costo stampa libro va da un quinto a un settimo del prezzo di copertina). Nel calcolo del costo della stampa occorre tenere conto che una parte non trascurabile delle copie che vengono stampate non vengono vendute e, quindi, sul venduto l’incidenza effettiva della stampa è superiore a quella apparente;

  • il 4 % di Iva da versare allo Stato.


 

 

Quindi, tolte queste spese sempre presenti, all’editore resta circa il 15 % del prezzo di copertina col quale ci deve pagare una quota di tutte le sue spese generali di gestione e ritagliare il proprio guadagno.

 

Oltre alla grandi casa editrice, che comprensibilmente ha un potere contrattuale molto maggiore, ha la possibilità di abbassare i prezzi (o di incrementare il proprio margine) l’editore “non puro” che ingloba anche altre fasce della filiera produttiva-distributiva, quindi:

 


  • chi stampa direttamente (stampatore per sé e per altri);

  • chi commercializza in proprio o chi si gestisce il magazzino in proprio;

  • chi è anche distributore (distributore per sé e per altri);

  • chi non fa distribuzione del libro (si limita a stamparlo e metterlo su internet);

  • chi ha librerie proprie.


 

Per questo sul mercato possono giungere con prezzi sostanzialmente diversi libri che hanno aspetto e caratteristiche tecniche simili. Magari un libro è prodotto da un editore puro, mentre l’altro è prodotto da un editore che ha anche delle librerie proprie. Il secondo, quindi, mentre sui libri distribuiti mediante terzi ha lo stesso margine (lordo) del 40 % dell’editore puro, sui libri venduti nei propri punti vendita introita il 100 % (lordo) del prezzo di copertina. Ha quindi un margine medio più alto e può praticare un prezzo più basso. 

 

 

Quindi, concludendo, se un libro ha un prezzo di copertina di € 16, la ripartizione del prezzo è grosso modo la seguente:


  • Libreria € 4,8

  • Distributore € 4,8

  • Stampa € 2,4

  • Iva € 0,6

  • Autore € 0,8

  • Editore € 2,6


 

Gli editori, quindi, soprattutto i piccoli, paiono non avere margini tali da arricchirli.

 

In tutta questa storia, però, non sembrano guadagnare poi troppo neppure i librai.

 

Segue…

 

mercoledì 23 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 3

“Ci sono tre modi per perdere i soldi: il gioco d’azzardo è il più veloce, le donne sono il più divertente, l’editoria è il più sicuro.”


Mi tornava in mente questa frase mentre giravo tra le migliaia di libri della Fiera del Libro di Torino. C’è qualcosa in questo vasto spiegamento di forze che non mi torna.

 

In Italia si legge poco, ciò è un dato di fatto. Lo raccontano chiaramente i numeri delle vendite dei libri.

Questi numeri, in realtà, non è che si reperiscano tanto facilmente a giro. Su internet si trova tutto, ma io ho provato a cercare più volte i dati delle vendite ripartiti per singoli libri e singoli autori e non sono mai riuscito a trovare niente (unica eccezione su Wu Ming Foundation, ma trattasi di autori sotto pseudonimo). 

Forse sono io che non ho saputo cercare, se è così e qualcuno mi sa indicare dove devo andare gliene sarò grato.

 

Mi spiego meglio: si trovano da tutte le parti le classifiche dei libri più venduti, ripartite per genere, ma le classifiche riportano solo l’ordine delle posizioni; non riesco a trovare quanti libri ha venduto ognuno di quei libri. Ovvero: che differenza quantitativa c’è tra le vendite del primo e quelle del decimo?

E anche: con i diritti d’autore del libro che arriva decimo in classifica uno ci camperebbe?

La risposta credo proprio che sia no.

 

Mi dicono, infatti, che persone che vivono del solo mestiere di scrittore in Italia sono pochissimi. Sono all’incirca quante le dita di due mani. Facciamo tre mani, via, per rovinarci e stare larghi.

 

Guardiamo, ad esempio il campo del giallo italiano, uno dei generi che attualmente va per la maggiore. Premesso che si tratta di cifre molto indicative ed approssimate, mi risulta che in questo settore ci siano tre autori che vendono ogni volta abbondantemente sopra le centomila copie. Poi ci sono sette od otto autori, che sono considerati dei grandi scrittori, ed effettivamente lo sono, che vendono grosso modo sulle venticinquemila copie. Poi ci sono gli altri.

Teniamo conto che per una grande casa editrice vendere duemila copie di un libro è considerato il minimo per mantenerlo in vita e che se un volume raggiunge le settemila copie vendute le grandi case stappano lo champagne.

 

Mi chiedo che senso abbia una struttura produttiva industriale, come è quella dell’editoria, una rete di distribuzione capillare e diffusa come è quella che porta alle tante librerie sparse nel paese, se poi mediamente si vendono 2 o 3.000 esemplari di ogni pezzo prodotto. Quale produzione industriale può stare in piedi supponendo di vendere solo poche migliaia di pezzi?

I numeri del mercato dei libri sono più da artigianato che da industria.

Forse questo spiega perché vengono pubblicati così tanti titoli che si affastellano, spesso inutilmente, nei ponderosi cataloghi delle case editrici. La macchina ha bisogno di macinare comunque tanta carta per stare in piedi e quindi se un titolo vende mediamente poco, allora è necessario che i titoli siano tanti. Più sono, poi, e più facile è azzeccare il colpaccio che tira su il bilancio.

 

L’aspirante scrittore che abbia fini di lucro, consideri dunque che anche se arrivasse a pubblicare con una grande casa editrice, è probabile che le vendite del suo libro vadano a cadere tra le duemila e le tremila copie. Considerando un diritto d’autore pari al 5 % del prezzo di copertina, il conto è presto fatto (a titolo di esempio, per i più pigri, 16 x 3.000 x 5% = € 2.400 lordi).

 

Può darsi che i numeri di cui dispongo siano tutti sballati, ma a grandi linee la situazione è questa.

 

Per fortuna chi scrive lo fa quasi sempre per motivi ideali, e non per la vile pecunia.

 

Gli autori, quindi, a meno di non azzeccare il colpaccio, non guadagnano poi molto dalla vendita dei libri.


Ma dai conti che ho avuto modo di fare, non dovrebbero guadagnarci neppure gli editori.

 

Segue…

martedì 22 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 2

Alla fine della Fiera del Libro di Torino me ne torno a casa con quattordici nuovi libri. Sono perlopiù libri di piccole case editrici. Ho girato infatti prevalentemente tra gli stand dei piccoli.

La produzione dei grandi editori la posso ritrovare ogni giorno spaparanzata nella mega-librerie della mia città. Le pubblicazioni degli editori minori, invece, stanno di solito nascoste negli scaffali o, spesso, non arrivano neanche nelle librerie che frequento.

 

In conclusione, ho comprato:


  • Balene Bianche di Sabrina Campolongo. Michele di Salvo Editore. Sette intensi racconti;

  • Come scrive un giallo di Patricia Higsmith. Minimum fax. Teoria e pratica della suspence spiegata da una delle più famose gialliste americane;

  • Elementi di tenebra di Andrea Carlo Cappi. Alcràn edizioni. Un manuale di scrittura thriller;

  • Sulla scena del crimine: CSI all’italiana di Chiara Guarascio. Edizioni il Molo. È quasi un manuale di criminalistica che spiega le vere procedure adottate dalle forze dell’ordine italiane. L’autrice ha anche un interessante blog di criminologia ;

  • Lama e trama 4 di vari autori, tra cui Lucarelli e Bernardi. Zona. È la quarta antologia che raccoglie i racconti premiati nel 2006 dal concorso letterario della città di Maniago dedicato ai coltelli;

  • L’ultima stoccata di J.P. Rossano. Edizioni il Molo. Giallo con protagonista un detective privato ex schermidore scritto da un esordiente torinese sotto pseudonimo;

  • Delitto dell’aquila nera di Achille Saccapani. Zona. Fantathriller ambientato a Genova nel 2001 nel corso del G-8;

  • Memorie di un cuoco di un bordello spaziale di Massimo Mongai. Robin edizioni. Secondo capitolo delle avventure di un cuoco spaziale;

  • L’allenatore errante di Leoncarlo Settimelli. Zona. È la biografia di Ernest “Egri” Erbstein, l’allenatore ebreo ungherese del grande Torino, che morì con i suoi giocatori a Superga, vincitore del 44° Premio Selezione Bancarella Sport 2007 e del PREMIO E.I.P. SPORT PER I DIRITTI UMANI;

  • Oltre la gelida condanna di Augusto Lunardini. Edizioni il Molo. Secondo romanzo che parla del Dottor Carlus Randi, medico ingiustamente imprigionato in un carcere di massima sicurezza sotterraneo su un pianeta ricoperto di ghiaccio;

  • Il mistero della scomparsa dei Settantadue Confratelli di Fabrizio Gadoni. Robin Edizioni. La storia di un bibliotecario che si avventura nelle viscere della sua biblioteca situata in una antica chiesa sconsacrata e risolve un mistero avvenuto nel 1766;

  • Una storia d’annata di Loredana Squeri. Zona. Cinque racconti gialli;

  • La scomparsa dei fatti di Marco Travaglio. Il Saggiatore. Così, tanto per arrabbiarmi un altro po’;

  • Svaniti nel nulla di Paco Ignacio Taibo II. Il Saggiatore.Un romanzo con protagonista l’investigatore Héctor Belascoaràn Shayne, brutto ed orbo.


 

Nel complesso, tanti libri di genere (si riaffaccia anche la fantascienza, dopo vari anni di lontananza) e alcuni libri da cui spero di imparare qualcosa (anche se, a dire il vero, da tutti i libri imparo qualcosa).

 

Ma oltre al sopracitato paio di chili di libri me ne torno dalla Fiera anche con qualche interessante informazione sullo stato dell’editoria italiana.

 

Segue…

lunedì 21 maggio 2007

Alla fine della Fiera (dati sul mercato del libro) – 1

 


(14 maggio 2007)

 

Alla fine della Fiera del Libro di Torino mancano ormai meno di quattro ore quando me ne vado. Sono le sei dell’ultimo giorno di Fiera, il lunedì. Quei poveracci che stanno negli stand devono tirare ancora avanti fino alle ventidue, e questo è il loro quinto giorno consecutivo.


Mentre cerco l’uscita che porta al mio parcheggio mi viene di pensare al mercato del pesce, a fine mattinata. Come le trote, anche svariati libri calano di prezzo man mano che si avvicina la chiusura. So che da un amante della letteratura ci si potrebbero aspettare riflessioni più elevate, ma le cose stanno così. Ho appena comprato a cinque euro un libro che a mezzogiorno vendevano, già scontato, a dieci. Non siamo ai livelli della Fiera del libro per ragazzi a Bologna dove qualche editore straniero alla fine lascia i libri nello stand a disposizione di chi li vuole, perché gli costa di più riportarseli a casa, ma in realtà mancano ancora quattro ore alle chiusura e non è detto che qualcosa di simile non possa accadere.

 

A dire il vero, non tutti gli editori usano la Fiera per svuotare i magazzini dagli invenduti, la maggior parte mantiene sconti meno elevati e non vedo nessuno dei visitatori girare col trolley per portarsi via pacchettate di libri, come succede a Bologna l’ultimo giorno. Io, nel mio piccolo, me ne vado via con una piccola sacca. Dentro ci sono quattordici libri e due cataloghi di librerie antiquarie.

 

Segue…

 

 

venerdì 18 maggio 2007

Il tempo

 


"Ci stupisce sempre il vedere gente che chiede agli altri il loro tempo ed i richiesti accogliere prontamente la domanda; tutti e due guardano al motivo della richiesta di tempo e nessuno bada al tempo in quanto tale: lo si chiede e lo si dà, come fosse una cosa di nessun conto. Giocano con il bene più prezioso di tutti, un bene che li inganna... Nessuno ti restituirà gli anni, nessuno ti restituirà te stesso..."


Seneca "La brevità della vita"

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Mi manca il tempo, in effetti…


giovedì 17 maggio 2007

L'occasionissima del lunedì

Questa settimana l’occasionissima del lunedì, ovvero la segnalazione che ogni lunedì faccio di un brano presente sul mio sito www.calamandrei.it , cade, come potete constatare, di giovedì.

 

Non si tratta di anticonformistico rifiuto del calendario ma di una semplice contingenza pratica. Questo lunedì non ho postato niente perché ero a Torino e lunedì prossimo inizierò a pubblicare una serie di post sulla Fiera del libro e sul magico mondo dell’editoria che dovrebbe occupare tutta la settimana.

 

Per cui l’occasionissima ve la segnalo oggi. Trattasi di Instabili trame, un racconto scritto quando ero un giovanotto che amava tanto Borges da scrivere con uno stile che tentava di riecheggiare quello del grande argentino. Poi si cresce e si cerca una propria strada.

 

Il racconto ottenne anche un premio nell’ambito di un concorso letterario.

Da quel giorno nacque la mia antipatia per i premi letterari.


Era il 1986 e quello era il primo concorso al quale provavo a partecipare. Quando ricevetti la comunicazione che avevo vinto uno dei premi ne fui felicissimo. La premiazione fu oggettivamente molto bella. Si svolse in pompa magna in Palazzo Vecchio, nel salone de' Dugento. Io ero andato tutto incravattato, insieme alla fidanzata e ad alcuni amici. Aspettavo emozionato che venisse il mio turno mentre gli altri premiati venivano uno dopo l’altro chiamati sul palco per le foto di rito e l’applauso del folto pubblico. Premiarono tutti gli altri, poi salutarono e ringraziarono i presenti che presero rapidamente a sfollare.


Rimasi qualche istante interdetto. Poi mi incamminai verso la giuria con la lettera che mi avevano spedito in mano, per capire cosa era successo. Ero a pochi passi dal palco quando uno degli organizzatori prese il microfono e disse qualcosa tipo: “Ehi, c'era anche questo Sergio Calamandrei”.


Mi dettero la mia targa, con la sala ormai deserta. Era andato via anche il fotografo.

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Non mi potete biasimare se ho poca simpatia per i concorsi letterari.

 

Comunque Instabili trame inizia così:

 

Accadde dunque che durante l'effimero regno dell'imperatore Teocrito, Tullio, giovane tribuno della famiglia Eridania, si accasciò al suolo sulla passeggiata di Crotone senza una ragione apparente…

mercoledì 16 maggio 2007

Steven Wright

Alcuni aforismi di Steven Wright.


Se credi che nessuno di preoccupi di te, prova a saltare un paio di rate.

Prendi in prestito i soldi dai pessimisti - non si aspettano che tu li renda.


Stavo per avere una ragazza telepatica, ma mi ha lasciato prima che ci incontrassimo.


Arruolati nell'Esercito, incontra gente interessante, uccidila.


Ho una grande collezione di conchiglie, che tengo sparse per le spiagge di tutto il mondo



 

martedì 15 maggio 2007

Fiera del libro di Torino - 1

Ieri ho fatto forca al lavoro e al blog e sono stato alla Fiera del Libro di Torino. 


Relazionerò poi con più calma, per ora basti solo dire che sono tornato con 14 nuovi libri e due cataloghi di librerie antiquarie. La lista dei libri che devo leggere di cui al post del 18/4/07 dovrà essere pesantemente aggiornata e, a questo punto, il tempo stimato per smaltirla si allunga di svariati mesi.


Anticipo comunque che ho comprato il libro di Sabrina Campolongo Balene Bianche.


Quasi tutti i libri sono di piccole case editrici. Ora potrò a ben diritto evitare di fare la faccia rossa quando leggerò dell'accusa di non comprare libri di altri esordienti che generalmente viene rivolta ai giovani scrittori. 

giovedì 10 maggio 2007

Kurt Vonnegut - 2

Le otto regole di Vonnegut

 

Dato che ho postato su questo blog alcuni estratti dei suggerimenti sulla scrittura di vari autori (raggruppati sotto il tag: COSE DA TENERE DI CONTO), inserisco anche le otto regole per scrivere fiction di Kurt Vonnegut che ho rinvenuto girando su internet (anche se lo stile di Vonnegut è così personale che credo non sia il caso di imitarlo. Kurt, però, ha anche tenuto numerosi corsi di scrittura creativa e quindi le considerazioni che seguono è da presumersi che siano, secondo lui, di valenza generale).

 

 


Eight rules for writing fiction


 

1. Use the time of a total stranger in such a way that he or she will not feel the time was wasted.

2. Give the reader at least one character he or she can root for.

3. Every character should want something, even if it is only a glass of water.

4. Every sentence must do one of two things -- reveal character or advance the action.

5. Start as close to the end as possible.

6. Be a sadist. Now matter how sweet and innocent your leading characters, make awful things happen to them -- in order that the reader may see what they are made of.

7. Write to please just one person. If you open a window and make love to the world, so to speak, your story will get pneumonia.

8. Give your readers as much information as possible as soon as possible. To heck with suspense. Readers should have such complete understanding of what is going on, where and why, that they could finish the story themselves, should cockroaches eat the last few pages.


-- Kurt Vonnegut, Bagombo Snuff Box: Uncollected Short Fiction (New York: G.P. Putnam's Sons 1999).

martedì 8 maggio 2007

Kurt Vonnegut - 1

Io ho una personalissima convinzione che evitare di guardare telegiornali e di leggere giornali faccia bene alla mia salute e al mio morale, dato che mi evita la costante sensazione di essere preso per le mele.

 

Ritengo, infatti, che telegiornali e giornali siano composti per la maggior parte da notizie inutili e per la rimanente parte da notizie false o tendenziose. Le notizie che sarebbero davvero importanti non vengono quasi pubblicate e quando vengono pubblicate di solito riguardano fatti su cui non posso minimamente influire.

Dunque guardare telegiornali o leggere giornali non porta generalmente alcun vantaggio ed è, anzi, dannoso per l’irritazione che può provocare.

Passo quindi lunghi periodi in cui riesco a girare alla larga dalle notizie di attualità.

 

Come tutte le posizioni un po’ radicali, anche questa presenta alcuni inconvenienti.

 

Ho infatti visto solo ieri, su internet, la notizia che il 10 aprile 2007 è morto il grande Kurt Vonnegut.

 

È morto uno dei miei scrittori preferiti ed io l’ho scoperto solo un mesetto dopo. Così va la vita!

 

In fondo, a pensarci bene, anche questo fatto conferma la mia teoria sull’inutilità di guardare telegiornali. Se avessi saputo della morte di Kurt un mese fa, cosa sarebbe cambiato?

 

Scorro la mia libreria e di lui ritrovo:


  • Mattatoio n. 5

  • Ghiaccio 9

  • Le sirene di Titano

  • Cronosisma

  • Piano meccanico

  • Un pezzo da galera

  • La colazione dei campioni

  • Dio la benedica Mr. Rosewater

  • Un uomo senza patria


 

Dando un’occhiata ai vari coccodrilli che ci sono in rete, noto che ho ancora tanti libri di Vonnegut da leggere.

Almeno i primi due libri della mia lista, Mattatoio n. 5 e Ghiaccio 9, consiglio a tutti di non perderseli.

 

Per avere notizie generali su Vonnegut vedi:


 

Per una panoramica completa delle opere di Vonnegut vedi:


 

Kurt Vonnegut - 1

Io ho una personalissima convinzione che evitare di guardare telegiornali e di leggere giornali faccia bene alla mia salute e al mio morale, dato che mi evita la costante sensazione di essere preso per le mele.

 

Ritengo, infatti, che telegiornali e giornali siano composti per la maggior parte da notizie inutili e per la rimanente parte da notizie false o tendenziose. Le notizie che sarebbero davvero importanti non vengono quasi pubblicate e quando vengono pubblicate di solito riguardano fatti su cui non posso minimamente influire.

Dunque guardare telegiornali o leggere giornali non porta generalmente alcun vantaggio ed è, anzi, dannoso per l’irritazione che può provocare.

Passo quindi lunghi periodi in cui riesco a girare alla larga dalle notizie di attualità.

 

Come tutte le posizioni un po’ radicali, anche questa presenta alcuni inconvenienti.

 

Ho infatti visto solo ieri, su internet, la notizia che il 10 aprile 2007 è morto il grande Kurt Vonnegut.

 

È morto uno dei miei scrittori preferiti ed io l’ho scoperto solo un mesetto dopo. Così va la vita!

 

In fondo, a pensarci bene, anche questo fatto conferma la mia teoria sull’inutilità di guardare telegiornali. Se avessi saputo della morte di Kurt un mese fa, cosa sarebbe cambiato?

 

Scorro la mia libreria e di lui ritrovo:


  • Mattatoio n. 5

  • Ghiaccio 9

  • Le sirene di Titano

  • Cronosisma

  • Piano meccanico

  • Un pezzo da galera

  • La colazione dei campioni

  • Dio la benedica Mr. Rosewater

  • Un uomo senza patria


 

Dando un’occhiata ai vari coccodrilli che ci sono in rete, noto che ho ancora tanti libri di Vonnegut da leggere.

Almeno i primi due libri della mia lista, Mattatoio n. 5 e Ghiaccio 9, consiglio a tutti di non perderseli.

 

Per avere notizie generali su Vonnegut vedi:


 

Per una panoramica completa delle opere di Vonnegut vedi:


 

lunedì 7 maggio 2007

L'occasionissima del lunedì - Madame Bovary e l'alienazione

Come ogni lunedì, consiglio una pagina del mio sito da leggere.


Quella di oggi è il mio best seller, o, meglio, per essere più precisi, la pagina di gran lunga più visitata di www.calamandrei.it


Non è un racconto o una poesia ma è un commento alla Madame Bovary di Flaubert.


Il brano si intitola MADAME BOVARY E L’ALIENAZIONE e illustra cosa hai in comune tu con Emma Bovary


(perchè tutti abbiamo una cosa in comune con Emma, e questo spiega perchè il romanzo di Flaubert sia un opera fondamentale).


La mia pagina è visitata spesso perchè tanti studenti, adesso, quando devono fare dei commenti su opere letterarie se li vanno a cercare direttamente su internet, per fare un bel taglia e incolla. La mia pagina, oltre ad avere una certa ottimizzazione del titolo, della url e dei meta names, che la posizione bene su Google, è anche linkata da un paio di siti per studenti (eventuali insegnanti che scoprano che qualche allievo ha rivogato loro uno o più pezzi del mio commento, sono pregati di essere tolleranti. Almeno i loro alunni hanno dimostrato di saper scegliere bene cosa copiare). 

L'occasionissima del lunedì - Madame Bovary e l'alienazione

Come ogni lunedì, consiglio una pagina del mio sito da leggere.


Quella di oggi è il mio best seller, o, meglio, per essere più precisi, la pagina di gran lunga più visitata di www.calamandrei.it


Non è un racconto o una poesia ma è un commento alla Madame Bovary di Flaubert.


Il brano si intitola MADAME BOVARY E L’ALIENAZIONE e illustra cosa hai in comune tu con Emma Bovary


(perchè tutti abbiamo una cosa in comune con Emma, e questo spiega perchè il romanzo di Flaubert sia un opera fondamentale).


La mia pagina è visitata spesso perchè tanti studenti, adesso, quando devono fare dei commenti su opere letterarie se li vanno a cercare direttamente su internet, per fare un bel taglia e incolla. La mia pagina, oltre ad avere una certa ottimizzazione del titolo, della url e dei meta names, che la posizione bene su Google, è anche linkata da un paio di siti per studenti (eventuali insegnanti che scoprano che qualche allievo ha rivogato loro uno o più pezzi del mio commento, sono pregati di essere tolleranti. Almeno i loro alunni hanno dimostrato di saper scegliere bene cosa copiare). 

sabato 5 maggio 2007

Solo, a tenere alta la bandiera

Lunedì 14 maggio sarò alla Fiera del Libro di Torino (negli altri giorni, per una serie di impegni vari non potrò essere presente).

 

Ogni informazione utile sulla Fiera la trovate su www.fieralibro.it. Si tiene a Torino, presso il Lingotto Fiere, l'ingresso è posto in via Nizza 294. Si svolge da giovedì 10 a lunedì 14 maggio. Gli orari di accesso per il pubblico sono giornalmente dalle 10 alle 22, il venerdì e il sabato l'orario viene prolungato sino alle 23.

L'ingresso è a pagamento: Euro 8 il biglietto intero, Euro 6 quello ridotto, Euro 5 per gli operatori professionali, compresi gli autori.

 

La mia casa editrice ZONA partecipa anche quest’anno alla Fiera. 

Lo stand di ZONA è al Padiglione 1 (posizione A76/B79), nel grande spazio libreria del consorzio P.E.R. i libri.


ZONA ha previsto la presenza di vari suoi autori presso lo stand, secondo il calendario sotto riportato,

 

Quest'anno, inoltre, per la prima volta, ZONA organizza a Torino una festa serale in collaborazione con la Fiera del Libro. La festa avrà luogo domenica 13 maggio dalle ore 20 presso il locale SPAZZI, in via Virle 21 a Torino (WWW.SPAZZI.ORG), con la partecipazione di numerosissimi ospiti, artisti e poeti (Nuove Tribù Zulu + Cristina Abati & Massimo Fantoni + Fanali di Scorta + Marcello Capra + Isa con Silvia Starnini

Sara Davidovics & Lorenzo Durante + Paolo Gentiluomo + Josephine Pace + Alessandro Raveggi & Despairs). Condurrà la serata John Vignola, giornalista, critico musicale e conduttore per Radio Rai.

 

L’ingresso alla Festa è libero.

 

Questo è il CALENDARIO PRESENZE DEGLI AUTORI ALLO STAND DI ZONA

(PAD. 1, SPAZIO A76/B79 - P.E.R. I LIBRI)

 

GIOVEDì 10 MAGGIO
h 16 Sergio S.Sacchi, curatore dei Libri del Club Tenco

VENERDì 11 MAGGIO
h 12 Federica Mancinelli, autrice di Frammenti di me
h 16 Josephine Pace, autrice di Fisiologia del fuoco
h 17 Isabella M. Zoppi, autrice di Paolo Conte...

SABATO 12 MAGGIO
h 11 Francesco Marchetti, autore di Dieci canzoni per te
h 12 Lisa Tibaldi, autrice di La poesia per musica di F. De André
h 13 Emiliano Grisostolo, autore di Il grande burattinaio
h 14 Massimo Casarini, curatore di Oxè. Racconti erotici italiani
h 15 Francesca Balestri, autrice di Come quei lampadieri
h 16 Fausto Sesso, autore di Fuochi di veglia
h 17 G.Cavallaro e J.Sica, autori di Le forme della canzone
h 18 Achille Maccapani, autore di Delitto all’Aquila Nera
h 19 Luigi Bernardi, autore di Atlante freddo

DOMENICA 13 MAGGIO
h 10 Annino La Posta, autore di Napoli. Dentro le voci
h 11 Mauro Portello, autore di Come Tomà
h 14 Loredana Squeri, autrice di Una storia d’annata
h 15 C. Abati e M. Fantoni, autori di Mangiare la luna
h 16 Alessandro Raveggi, autore di L’evoluzione del Capitano Moizo
h 17 Paolo Gentiluomo, autore di La ragion totale
h 18 Antonio Ravi Monica, autore di Zitelle e cornuti

LUNEDì 14 MAGGIO
h 15 Sergio Calamandrei, autore di L’unico peccato

 

Come potete notare, lunedì sarò da solo a mandare aventi la baracca. Chi passa, lo saluterò volentieri.

giovedì 3 maggio 2007

Cose da tenere di conto quando si scrive - 2

Dalle letture dei libri che parlano di scrittura ho tratto un promemoria che ho trovato di una certa utilità (anche se resta valida la regola fondamentale: “ogni regola può essere violata”).


Continuo la pubblicazione con la seconda parte delle mie note estratte da Cerami. 

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VINCENZO CERAMI – Consigli a un giovane scrittore (il numero di pagina si riferisce alla edizione Einaudi tascabili stile libero)

 

·       Ogni storia deve narrare un conflitto (pag. 60)

 

·       La tinca, ovvero il personaggio secondario senza personalità e carattere inserito solo per far progredire la trama in una certa direzione (pag. 79)

 

·       Evitare telefonate nei dialoghi (pag. 117); il contenuto informativo nei dialoghi dovrebbe essere minimo, come nelle scene madri (dare informazioni nelle scene figlie)

 

·       Tirare le molle ed i tiranti (metonimie), ma nascondere la griglia narrativa e la funzionalità necessaria di alcune sequenze (pag. 101)

 

·       evitare Cane-cane; gatto-gatto (ripetizione di informazioni già fornite) (pag. 119)

 

mercoledì 2 maggio 2007

Cose da tenere di conto quando si scrive - 1

Dalle letture dei libri che parlano di scrittura ho tratto questo promemoria che ho trovato di una certa utilità (anche se resta valida la regola fondamentale: “ogni regola può essere violata”).


Inizio la pubblicazione della prima parte delle mie note partendo da quelle tratte da On Writing di Stephen King. 

 

 

STEPHEN KING – On writing

 

·       Se una frase lunga non funziona provare con due frasi brevi

 

·       Niente avverbi, soprattutto nei dialoghi (disse irosamente)

 

·       No frasi passive

 

·       No descrizione carattere del personaggio attraverso la descrizione fisica (intelligenti occhi blu)

 

·       Identificare di cosa parla il libro (il tema) e renderlo il più chiaro possibile. Ma no messaggi espliciti.

 

·       Sulla revisione:

·       Uccidi i tuoi cari!

·       La seconda stesura è pari alla prima meno il 10%