domenica 18 marzo 2007

Niente di originale

In BaleneBianche si parla della questione degli scrittori e degli artisti, veri o potenziali. Sull'argomento ricordavo di avere a suo tempo scritto qualcosa. Sono andato a rivedere il file “il Maiale.doc” (ovvero “non si butta via niente”; file che raccoglie i tagli e gli scarti de L’UNICO PECCATO, tutto prima o poi può servire) e ho trovato quanto riportato in fondo a questo post, che poi ho inserito in quel sito come commento.


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Per inciso, mi rendo conto che spesso inserisco nei miei commenti brani del L'UNICO PECCATO e forse ciò non è bellissimo e me ne scuso, ma di fatto quel libro, stratificatosi in tanti anni, raccoglie quasi tutti i miei pensieri che abbiano attinenza con i libri. Non mi è rimasto più alcun pensiero "originale", come accade anche al De Matteis nel romanzo: un signore che ha una sua personalissima teoria in base alla quale, per quanto ci si possa sforzare, non è possibile pensare, scrivere o fare alcunché di originale poiché nel mondo è già stato tutto pensato, scritto o fatto. Dice che se in vita sua gli venisse in mente un solo pensiero originale si reputerebbe un genio perché solo dei geni è il creare concetti originali. Non ritenendo di essere un genio, il De Matteis non ha voluto mai scrivere niente e pertanto non fa parte del Club degli Aspiranti Scrittori. Non volendo ripetere concetti già detti parla molto poco e, poiché teme che qualcuno possa pensare che lui si voglia spacciare per uno che crei nuovi concetti, parla perlopiù per citazioni.


Ad esempio:


– “Tutto ciò che è degno di essere fatto è stato fatto ripetutamente. Dalle cose mai fatte bisognerebbe tenersi, sospetto, molto alla larga” Max Beerbohm.


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Tornando agli scrittori o agli artisti, il brano che ricordavo è il seguente.


 


Il Carboni iniziò a frugare in una cartelletta che aveva messo sulle ginocchia. "Anche tu, Laura, avevi scritto qualcosa sulle potenzialità inespresse, o meglio sulla difficoltà ed i modi di esprimere se stessi", disse. Il segretario del Club continuò a cercare fin quando non estrasse un foglio dattiloscritto che porse alla ragazza. Lei lo lesse.


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Un poeta svela se stesso sotto un ammasso di parole, un musicista fa capolino dal pentagramma, un pittore si rispecchia in un quadro, un regista si esplicita in sala di montaggio.


Le persone normali leggono poesie, ascoltano musiche, guardano quadri e film e poi mormorano al loro amore: "vedi, queste sono le sensazioni che vorrei esprimerti ma che non riesco."


L'uomo è un essere perlopiù inespresso. Se tutti riuscissero ad esplicitarsi, probabilmente poeti, musici e registi andrebbero in rovina e toccherebbe loro andare a lavorare nelle catene di montaggio disertate dagli ex operai, novelli artisti.


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"-Esplicitate gli impliciti!-" urlò il De Matteis. Lo guardammo tutti stupiti, ed egli tacque, vergognoso di sé stesso, dimenticando di citare la fonte.


 

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