lunedì 2 aprile 2007

l'occasionissima del lunedì

In attesa di decidere se scrivere un post sulle impressioni che ho avuto quando mi sono visto in televisione (cosa che, però, temo possa scarsamente interessare ai lettori) ho pensato di inaugurare una nuova rubrica per il post del lunedì, in modo da poter svangare questa giornata che abitualmente affronto con la mente che per diverse ore viaggia a scartamento alquanto ridotto.


Ogni lunedì, suggerirò quindi la lettura di uno dei brani che si trovano sul mio sito.


Non sapevo se iniziare con un testo che fosse serio o ironico e quindi ho pensato bene di sceglierne uno che contenesse entrambi questi aspetti.


BARBARIGO, ALICE e tutti gli altri  


tratta infatti di bazzecole tipo "perchè siamo al mondo" o "rapporti tra genitori e figli" ma è un testo molto divertente (almeno è stato giudicato tale da chi lo ha letto) tanto che con un amico avevo anche iniziato a studiarne un adattamento teatrale come commedia brillante (e non è detto che non lo si faccia, prima o poi).


Il racconto, dopo una iniziale introduzione dai toni quasi epici, è ambientato ai giorni nostri.



Come vogliono le migliori tecniche commerciali, riporto qui un estratto del racconto. Buona lettura.



 “Perché viviamo?” mi chiede mia figlia Alice. Sta per compiere sedici anni. E’ la luce dei miei occhi. E’ buona, brava, bella; io e mia moglie la adoriamo. Ogni tanto, però, è un po’ una rompiballe.


“Qual è il senso della nostra vita?” insiste. “Perché dovrebbe avere un senso? Non potrebbe essere come quella delle pecore, delle mucche, dei maiali, che nascono, vivono e muoiono senza creare nulla?”


Ma noi abbiamo un’anima, mi verrebbe da rispondere ma mi rendo conto che come risposta non è che dimostri troppo. Nessuno l’ha mai vista, l’anima, e nessuno può escludere che anche le mucche l’abbiano.


“Chi l’ha detto che noi siamo diversi dai maiali?” continua mia figlia, “chi guardasse dal di fuori la razza umana, chi studiasse nel medievo i servi della gleba, o, diciamo pure adesso i contadini, gli operai, gli impiegati, come potrebbe considerarli diversi dagli animali. Esseri che nascono, campano e muoiono e nella maggior parte dei casi lasciano dietro di loro nulla, o almeno cose che un osservatore esterno faticherebbe ad individuare.”


“Magari se entrassi nel cervello di un maiale,” rispondo, “potresti avere enormi sorprese. Forse adesso, grazie alle concentrazioni di esemplari raggiunte negli allevamenti intensivi, i suini stanno facendo progressi incredibili in campo filosofico, l’unico che gli interessi, l’unico nel quale si esprimano.”


Alice ride, poi si rabbuia. “Vivere per essere macellati, in effetti, può essere una bella spinta ad interrogarsi sul senso della vita,” dice. Poi mi chiede di nuovo: “perché viviamo? Non mi hai risposto.”


 


5 commenti:

akio ha detto...

ottima idea sergio.
ps. grazie per il consiglio sul microgiallo.

scriverecala ha detto...

Figurati, è stato un piacere.
Tra l'altro, la revisione mi piace moltissimo, credo che potrei divertirmi un mucchio a fare l'editor.

razza75 ha detto...

ora è un po' tardi, il racconto lo leggo domani perchè ho visto che è abbastanza lungo.
Domani dovrei anche ricevere finalmente il tuo libro!!

Tua figlia, direi, è proprio in piena adolescenza, quando si mette tutto in discussione... direi che è un bene, e forse è proprio questa la differenza fra noi e i maiali (o le mucche)... che noi ci chiediamo il perchè delle cose.
Quanto poi al fatto che un contadino o un servo della gleba non lasciassero nulla alla fine della vita non sono d'accordo.
La vita è fatta di tante piccole cose, che danno importanza all'esistenza non meno delle grandi opere di un genio.
La nascita di un figlio, per esempio...

razza75 ha detto...

vista l'insonnia di questa notte, ne ho approfittato per leggere tutto il racconto.
Mi è piaciuto molto, ha un buon ritmo, e una serie di ribaltamenti di situazione che tebgono alta l'attenzione fino alla fine.

razza75 ha detto...

Sì, leggendo poi l'intero racconto mi sono reso conto che, inizialmente, nel leggere solo il post, ero caduto in un qui-pro-quo, credendo che quando parlavi di alice ti riferissi a tua figlia...