venerdì 13 aprile 2007

Dove il bibliotecario chiude una storia

Il telefono squilla sulla scrivania. Giulio Gasperi solleva la cornetta senza distogliere lo sguardo dallo schermo del computer. Dice – prontoma in realtà non è affatto pronto ad affrontare quel lungo silenzio che segue e infine la voce di lei che, dopo aver tirato su col naso, mormora – Giulio.


Il bibliotecario alza gli occhi al cielo e maledice il momento in cui ha avuto la brillante idea di dare a Marta il suo interno, in modo da evitare che il centralinista della Nazionale potesse iniziare a sospettare della sua fedeltà coniugale. Ormai, però, non c'è altro da fare che rispondere.


– Marta…


– Giulio.. io penso che dovremmo vederci. – La voce di lei cerca di mostrarsi dignitosa ma il dolore sgorga a fiotti dalla cornetta. Gasperi per un attimo ha la tentazione di cedere ma poi pensa che sarebbe solo peggio, un ulteriore incontro penoso.


– Mi pare che sia già tutto chiaro. Non c'è altro da aggiungere. Se ci accaniamo a continuare non potrà che finire male e tu soffrirai molto più di quello che stai facendo adesso.


– Io non mi sto accanendo… E poi, brutto stronzo, che cazzo ne sai di quanto io sto soffrendo!


Il bibliotecario si dà del cretino e rimane in silenzio.


– Io non ti ho chiesto niente, Giulio... Perché di punto in bianco te ne sei venuto fuori con questa storia che non dobbiamo più vederci?


Già, perché? Ora come ora non saprebbe dirlo bene neppure lui. Eppure aveva avuto la percezione nettissima, la certezza, che il corso naturale delle cose spingesse ineluttabile verso la fine della loro storia. Come fare a spiegarle che tutte le loro vite, dall'infanzia, non avevano fatto altro che portarli a quel distacco doloroso. Forse, esagerando, si poteva ritornare anche più indietro. Era tutta la storia dell'umanità che aveva preparato la loro rottura. Sin da quando era esistito il primo marito comunque innamorato, la prima moglie tutto sommato soddisfacente, la prima amante non irresistibile. Tutto rientrava in un clichè ormai vecchio, adesso davvero faticoso da continuare a recitare; come faceva lei a non accorgersene?


– Ci sei, Giulio? … Perché deve finire?


– È già finita.


La sente piangere. Gli viene da pensare: “le lacrime sono il sangue dell'anima (e tu ora sei ferita)” ma, saggiamente, non glielo dice. Era il titolo di una poesia che aveva cercato di scrivere sin da ragazzo ma si era sempre fermato al titolo. D'altronde, cos'altro c'era da aggiungere?


– Sei un bastardo – continua a ripetere lei, mentre piange.


– È meglio così, Marta.


– È meglio per te!


– È meglio per tutti; e lo sai benissimo anche tu.


Di nuovo singhiozzi. Ma lei non ribatte in alcun modo. Forse si è convinta, oppure è esausta. Il Gasperi pensa che sia il momento giusto per chiudere. Se se lo lascia sfuggire chissà quanto dolore ancora dovrà sorbirsi.


– Allora, ciao, Marta.


Lei non risponde.


Con cautela, il Gasperi riaggancia il telefono. Poi rimane un paio di minuti a fissare lo schermo, senza pensare a niente.



Da L'unico peccato    pubblicato da ZONA

2 commenti:

utente anonimo ha detto...

caro Sergio, sei sempre più famoso!
puoi aggiungere nel tuo palmares una citazione del tuo romanzo sul forum Colorate parole ne larepubblicadeilettori.it :

Mentre la mia mente è spesso incerta, il mio corpo sa sempre cosa vuole e cosa è giusto fare. Se solo riuscissi a percepire tutti i suggerimenti che il mio corpo mi dà e a comportarmi di conseguenza sarei una donna felice”.

questo libro Thuna lo conosci bene.
però che vita emozionante con Storie di Peccati Amore e Morte
là a Firenze

ciao
Lord Thuna

scriverecala ha detto...

Ringrazia Joice per la citazione da parte mia.
Lo farò personalmente appena mi sarò reiscritto alla Repubblica dei Lettori (ho perso per la seconda volta Utente e Psw).