All’inizio avevo pensato di scrivere un post che contenesse solo questa poesia:
ISTANTI
Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non cercherei di essere
così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato,
di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Sarei meno igienico.
Correrei più rischi,
farei più viaggi,
contemplerei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei in più fiumi.
Andrei in più luoghi dove mai sono stato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto
della loro vita sensati e con profitto;
certo mi sono preso qualche momento di allegria.
ma se potessi tornare indietro, cercherei
ma se potessi tornare indietro, cercherei
di avere soltanto momenti buoni.
Che, se non lo sapete, di questo
è fatta la vita,
di momenti: non perdere l'adesso.
Io ero uno di quelli che mai
andavano da nessuna parte senza un termometro,
una borsa dell'acqua calda, un ombrello e un paracadute;
se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.
Se potessi tornare a vivere
comincerei ad andare scalzo all'inizio
della primavera
e resterei scalzo sino alla fine dell'autunno.
Farei più giri in calesse,
guarderei più albe
e giocherei con più bambini,
se mi trovassi di nuovo la vita davanti.
Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.
Jorge Luis Borges
Il post avrebbe potuto benissimo chiudersi qui.
Il tema di questa notissima poesia di Borges infatti splende forte e chiaro, senza necessità di ulteriori precisazioni.
Al limite, se avessi voluto fare un po’ di pubblicità al mio romanzo avrei potuto aggiungere che ho citato alcuni versi di questa poesia ne L’unico peccato (ecco: l’ho fatta, la pubblicità).
Ma, dato che sinceramente sono un po’ precisino, ho voluto cercare in internet il nome del libro in cui la poesia è stata pubblicata e digitando su Google “borges istanti” ho trovato circa 9.500 pagine.
Girando tra di esse mi sono imbattuto nel testo originale in spagnolo e in varie versioni della traduzione in italiano. Ma non trovavo mai il riferimento alla pubblicazione.
Poi sul forum di www.riflessioni.it ho trovato un commento che segnalava che il brano è erroneamente attribuito a Borges mentre parrebbe essere in realtà una traduzione della poesia "If I Had My Life to Live Over " di Nadin Stairs. Qualcun altro attribuisce il testo al caricaturista americano Don Herold che avrebbe pubblicato una prosa molto simile nel 1953.
Alla fine sono arrivato a un articolo molto completo di Ivan Almeida del Borges Center dell’Università dell’Iowa Jorge Luis Borges, autor del poema ”Instantes” dove si ricostruisce tutta la storia dell’attribuzione a Borges del brano (non solo su internet ma anche su riviste letterarie), peraltro confermata in una intervista a Borges che Almeida dimostra essere falsa a causa di alcuni anacronismi in essa contenuti.
L’articolo è in spagnolo, ma è molto interessante (con un po’ di pazienza lo spagnolo riesce a leggerlo anche chi, come me, non ha studiato quella lingua). Peraltro lo studioso segnala l’indignazione degli appassionati borgessiani quando si cerca di dimostrare loro che la poesia non è di Borges. Molti, infatti, non accettano che questo brano non sia del grande argentino.
Borges, di sicuro, sarebbe molto divertito da tutta questa vicenda.
In conclusione:
1) la poesia è comunque molto bella e fa meditare;
2) non bisogna mai credere ciecamente a quello che ci viene detto;
3) io ho citato nel mio libro i versi attribuendoli a Borges facendo per sempre la figura del pollo (sono in buona compagnia, però).
4 commenti:
grazie per la delucidazione
eheheh sì che sei in buona compagnia!!
Grazie ancora.
cazzarola... uff. beh, grazie comunque, almeno ora so di chi è!
non conoscevo questa poesia, indipendentemente da chi l'abbia effettivamente composta, è molto bella
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