Di Patrizia Pesaresi, prima del racconto "Contrabbandieri" presente in Un mare di delitti (che presenterò giovedì 8 novembre alla Melbookstore Seeber di Firenze; per maggiori dettagli vedi qui), avevo letto Dopo la prima morte. E' quello un bel romanzo in cui, pur se la trama non rientra nei canoni tipici del genere (in effetti nessuno, se non il lettore, conduce un'indagine) non mancano i colpi di scena e in particolare risulta particolarmente elegante e inaspettata la rivelazione della reale colpa di cui il protagonista si è reso responsabile di una lontana, tragica notte. La psicologia dei personaggi è descritta dall’autrice in modo perfetto e in questo si nota con evidenza l'influenza della sua professione. Patrizia Pesaresi, infatti, è medico psichiatra.
A parer mio scrittori di gialli che siano psichiatri, psicologi, poliziotti, avvocati penalisti e magistrati godono di un indubbio “vantaggio competitivo” rispetto ai loro colleghi che fanno lavori diversi. Secondo una regola aurea della scrittura, uno scrittore deve scrivere di ciò che conosce. Dunque chi lavora in campi attinenti, in senso lato, al giallo o all’orrore (o alla follia) ha la possibilità di riversare con continuità nei suoi scritti il proprio bagaglio di esperienze. Chi lavora in altri settori, ad esempio, l’edilizia, potrà magari sfruttare le sue conoscenze specifiche per scrivere un bel giallo ambientato tra i muratori, ma al secondo libro presumibilmente dovrà passare a scrivere di altro, a lui meno noto.
Comunque, nel bel racconto “Contrabbandieri” di Patrizia Pesaresi non ci sono persone disturbate o altri elementi da psichiatra, ma solo (si fa per dire) una bella storia con un’ottima esposizione del percorso psicologico del protagonista.
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