mercoledì 23 luglio 2008

Parigi 1985 - 21 (fine)

Parigi 1985 - 21



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Tutte le cose belle finiscono. Anzi, c'è un detto che afferma che le cose belle sono solo quelle finite, in quanto godono della dote della compiutezza e, aggiungo io, non soffrono più dell'affanno del contingente: l'uomo, perpetuamente impegnato nello scopo illusorio di migliorare, spesso tralascia di assaporare.



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Ma tutte queste riflessioni più o meno filosofiche non mi consolano affatto mentre qui, seduto nel mio vagone, attendo paziente di tornare in Italia.
Una sottile nostalgia di Firenze attenua il mio dispiacere. Guardo fuori dal finestrino e ripenso a questi trenta giorni: non potevo augurarmene di migliori e di più importanti.
E' tempo di bilanci ed il mio bilancio sono queste note, è tempo di ricordi ed i miei sono felici, è tempo di partire e la locomotrice, lenta ma implacabile, ci trascina lontano.


I treni si rincorrono tra loro senza una motivazione apparente. I paesaggi che ci offrono sono fuggenti ma veraci. I paesi attraversati si manifestano nei loro aspetti più crudi ed essenziali: fabbriche minime o immani, campi di perpendicolari geometrie, caserme immense di popolani, relitti malinconici di case.
Ogni tanto una mucca saluta.




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Testi di Sergio Calamandrei (www.calamandrei.it)

Foto di Akio (Caro televip e A video spento)

  


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Fine






4 commenti:

scriverecala ha detto...

La serie su Parigi è finita, anche se per domani è prevista una appendice a sorpresa.

Ringrazio Akio per le sue splendide foto, e tutti quelli che hanno seguito questi miei lontani appunti di viaggio.

akio ha detto...

grazie a te sergio, davvero. è stato un piacere scoprire la tua parigi e un onore prestare le mie foto ai tuoi appunti, riflessioni ed emozioni. grazie ancora e aspetto.... la sorpresa!

visionioniriche ha detto...

Ricordo bene l ultimo capoverso di questo post.Me lo scrivesti te a commento di un mio post in cui parlavo di un viaggio in treno.E' stato un piacere leggere il resto.
Saluti...e buone ferie Sergio.
Cami

scriverecala ha detto...

Cara Cami, per uno scrittore i suoi scritti sono un po' come il maiale: non si butta via nulla (e tutto torna, prima o poi, utile).

In realtà, forse, uno scrive le cose nel modo in cui le vede e le vive, e questo modo di vederle e di viverle rimane quasi inalterato nel tempo. E' naturale, dunque, che certi pensieri e osservazioni tornino nei contesti più diversi.

Buone ferie anche a te.
Ma le fai?