venerdì 13 giugno 2008

Svaniti nel nulla

Ho letto Svaniti nel nulla di Paco Ignacio Taibo II (Il Saggiatore). 



Immagine di Svaniti nel nulla

Un romanzo con protagonista l’investigatore Héctor Belascoaràn Shayne, brutto ed orbo. Probabilmente non è una delle migliori avventure di Belascoaràn, che non conoscevo. Rende comunque una chiara idea della difficoltà che l’esercizio dei più basilari diritti umani ha incontrato nella storia, anche recente, del Messico.


Il detective deve discolpare un insegnante inviso alle autorità dall’accusa di aver ucciso un uomo il quale è in realtà vivo e vegeto e continua a vivere nel suo villaggio sotto gli occhi di tutti e protetto dalla polizia.


Il romanzo mi ha colpito anche per la sua brevità, circa 18.000 parole, ovvero circa 100.000 caratteri. Quello di poter scrivere romanzi brevissimi è un privilegio dei grandi autori che hanno personaggi seriali.


Il Saggiatore Net, però, onestamente ha messo nel 2007 al volume il prezzo di sette euro, commisurato alla consistenza dell’opera.


Ben diverso e spiacevole effetto mi fece, invece, la pubblicazione nel 2002 di Senza sangue di Baricco, un racconto neppure lunghissimo (circa 12.000 parole) che venne venduto per 10 euro che corrispondevano a poco meno di 20.000 lire del 2002, prezzo ora modesto, ma allora quasi elevato per un libro.


 Immagine di Senza sangue


A proposito; l’Istat avrà per caso calcolato il tasso di inflazione dei libri in questi anni? Sarei davvero curioso.

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