martedì 3 giugno 2008

Parigi 1985 - 2

"A chi dovesse leggere

 

Se le pagine di questo libro ammettono qualche verso felice, voglia perdonarmi il lettore la sgarberia di averlo usurpato io, anticipatamente. Le nostre quisquilie differiscono poco; ordinaria e fortuita è la circostanza che tu sia il lettore di questi esercizi, e che io ne sia l'estensore."

 

J. L. Borges

 

 

Nelle tenebre sfrecciano le luci delle case.

Niente è più relativo del movimento di un treno.

 

Un'aria fresca e lucida di mattino ci accoglie a Parigi.

Su di noi incombe pacata la Gare de Lyon, indifferente ormai, dopo tanti anni, agli stupori di chi arriva e ai saluti di chi parte.

L'insindacabile destino ferroviario, operando nella notte con scambi e locomotrici, ha decretato che il nostro vagone si fermi quasi alla periferia estrema della pensilina.

Meccanicamente, affannosamente scendiamo; nessuna frase storica segna i nostri primi passi in questa mitica città. Tutto appare così irreale, contingente, un tenue proseguimento del dormiveglia in cuccetta.

In effetti mi ci vorranno alcuni giorni per rendermi conto che sono a Parigi. Per ora invece corricchio lungo il binario per accaparrarmi uno dei carrelli per il trasporto delle valigie di cui mi han detto son piene le stazioni francesi.

Disgraziatamente, essendo questi carrelli tanto comodi, per quanto ci si sforzi in ricerche e pedinamenti non se ne trova uno libero.

Ritornando senza preda al mio binario dove gli altri mi stanno aspettando mi sento particolarmente avvilito. Trasportare i bagagli a mano, oltre ad essere ben più faticoso, mi pare una cosa così poco francese, quasi banale.









Testi di Sergio Calamandrei (www.calamandrei.it)

Foto di Akio (Caro televip e A video spento)

 

Per vedere gli altri post di questa serie cliccare il tag Parigi

 

Segue…


 


 


 

4 commenti:

anneheche ha detto...

Scrivi molto bene.
Un caro saluto.

anneheche ha detto...

Scrivi molto bene.
Un caro saluto.

scriverecala ha detto...

All'epoca ero nel mio periodo borgessiano.

Grazie.

Sergio

scriverecala ha detto...

All'epoca ero nel mio periodo borgessiano.

Grazie.

Sergio