martedì 8 gennaio 2008

Ucronie: la cilecca che sconvolse la Storia

 


Il mio racconto pubblicato in Ucronie per il terzo millennio si intitola CAPUT MUNDI  e trae spunto dalla seguente lettura. 



Racconta Tito Livio in “Ab Urbe Condita Libri” che Romolo:

« predispose ad arte solenni giochi in onore di Nettuno equestre, giochi cui diede nome di Consuali. [...] Accorse un gran numero di persone, anche per la curiosità di vedere la nuova città, e particolarmente i più vicini: i Ceninesi, i Crustumesi, gli Antemnati. E venne anche, praticamente al completo, con mogli e figli, la popolazione dei Sabini. Invitati ospitalmente nelle case, dopo aver visto la posizione della città, le mura fortificate e la grande quantità di abitazioni, si meravigliarono della rapidità con cui Roma era cresciuta. Quando arrivò il momento previsto per lo spettacolo e tutti erano concentratissimi sui giochi, allora, come convenuto, scoppiò un tumulto e la gioventù romana, a un preciso segnale, si mise a correre all'impazzata per rapire le ragazze. Molte finivano nelle mani del primo in cui si imbattevano: quelle che spiccavano sulle altre per bellezza, destinate ai senatori più insigni, venivano trascinate nelle loro case da plebei cui era stato affidato quel compito. Si racconta che una di esse, molto più carina di tutte le altre, fu rapita dal gruppo di un certo Talasio e, poiché in molti cercavano di sapere a chi mai la stessero portando, gridarono più volte che la portavano a Talasio perché nessuno le mettesse le mani addosso. Da quell'episodio deriva il nostro grido nuziale. Finito lo spettacolo nel terrore, i genitori delle fanciulle fuggono affranti, accusandoli di aver violato il patto di ospitalità e invocando il dio in onore del quale eran venuti a vedere il rito e i giochi solenni, vittime di un'eccessiva fiducia nella legge divina. Le donne rapite, d'altra parte, non avevano maggiori speranze circa se stesse né minore indignazione. Ma Romolo in persona si aggirava tra di loro e le informava che la cosa era successa per l'arroganza dei loro padri che avevano negato ai vicini la possibilità di contrarre matrimoni; le donne, comunque, sarebbero diventate loro spose, avrebbero condiviso tutti i loro beni, la loro patria e, cosa di cui niente è più caro agli esseri umani, i figli. Che ora dunque frenassero la collera e affidassero il cuore a chi la sorte aveva già dato il loro corpo. Spesso al risentimento di un affronto segue l'armonia dell'accordo. Ed esse avrebbero avuto dei mariti tanto migliori in quanto ciascuno di par suo si sarebbe sforzato, facendo il proprio dovere, di supplire alla mancanza dei genitori e della patria. A tutto questo si aggiungevano poi le attenzioni dei mariti (i quali giustificavano la cosa con il trasporto della passione), attenzioni che sono l'arma più efficace nei confronti dell'indole femminile. »


Ecco, mi sono chiesto, cosa sarebbe successo se le "attenzioni" di Romolo nei confronti della nobile sabina che gli era toccata si fossero risolte in una "cilecca"?


Ho pensato che la Storia sarebbe notevolmente cambiata.


E quindi l'ho scritto.


PS   Chissà quante volte la Storia è già stata indirizzata da una cilecca?


PS2   Un saluto affettuoso agli amici romani.


 

7 commenti:

CristinaFlo ha detto...

riflessione interessantissima. e giusta, credo. però... "Che ora dunque frenassero la collera e affidassero il cuore a chi la sorte aveva già dato il loro corpo. Spesso al risentimento di un affronto segue l'armonia dell'accordo. " Ecco, questo pezzo qui mi fa paura. mi fa davvero paura. davvero.

akio ha detto...

ecchime....

akio ha detto...

non lo sapevo di berges nell'unico peccato!

akio ha detto...

borges... volevo dire

akio ha detto...

borges... volevo dire

bookswebtv ha detto...

eheheh simpatiche le tue ucronie!

CristinaFlo ha detto...

e come no. anzi non "una specie di". è proprio quello, e scommetto che molti leggendo non se ne accorgono neanche!