giovedì 10 gennaio 2008

La vita statistica (ovvero: il calcolo delle probabilità come filosofia di vita)


I libri sono un’ottima cosa ma, certo, non tutti i libri possono interessare allo stesso modo.
Quando mi capita un libro pessimo (o di vedere un brutto film o di passare una serata con gente che si rivela noiosa) io mi consolo pensando che è il calcolo delle probabilità che impedisce che tutte le cose debbano andare bene. Su tre film, magari, due sono brutti ed uno bello ma vedere le due ciofeche è il prezzo che pago per vedermi il film buono (per quel che riguarda i libri, in più hai il vantaggio che se un libro non lo digerisci proprio lo puoi lasciare a mezzo).
Pensare che le cose cattive sono il prezzo statistico che devi pagare per avere quelle buone forse aiuta a sopportare meglio i momenti peggiori; e ad evitare che quelli avvelenino tutti gli altri.

13 commenti:

akio ha detto...

se un libro mi delude spesso ci resto male. con un brutto film mi accade raramente. ciao sergio.

CristinaFlo ha detto...

ottimo punto di vista!

Menzinger ha detto...

Giusto. Io, però, ho il vizio (che cerco di perdere) di finire sempre i libri che comincio, costi quel che costi!
Ricordo ancora l'unico libro che ho lasciato a metà: era Miss Branican di Jules Verne (mai sentito nominare? Lo credo bene!). Lo comiciai circa trentacinque anni fa e non l'ho ancora finito (chissà dov'è?).

Menzinger ha detto...

Giusto. Io, però, ho il vizio (che cerco di perdere) di finire sempre i libri che comincio, costi quel che costi!
Ricordo ancora l'unico libro che ho lasciato a metà: era Miss Branican di Jules Verne (mai sentito nominare? Lo credo bene!). Lo comiciai circa trentacinque anni fa e non l'ho ancora finito (chissà dov'è?).

scriverecala ha detto...

Sto terminando una molto articolata recensione su (o, meglio, non avendolo finito, un commento che prende spunto da) un libro che ho lasciato deliberatamente a mezzo.

Noto che sono i libri che decido di non finire quelli che mi fanno più riflettere. Ma questa è una caratteristica mia particolare.

Di solito anche io, come Carlo, tendo a terminare i libri che inizio.

scriverecala ha detto...

Sto terminando una molto articolata recensione su (o, meglio, non avendolo finito, un commento che prende spunto da) un libro che ho lasciato deliberatamente a mezzo.

Noto che sono i libri che decido di non finire quelli che mi fanno più riflettere. Ma questa è una caratteristica mia particolare.

Di solito anche io, come Carlo, tendo a terminare i libri che inizio.

CristinaFlo ha detto...

domanda scemina: hai un profilo su aNobii??

utente anonimo ha detto...

Anche io finisco sempre i libri...ma a pensarci bene guardo anche i film che non mi piacciono fino in fondo.
Ma piu' che alla statistica penso alla sfiga....specialmente per i fil visti al cinema.

utente anonimo ha detto...

Anche io finisco sempre i libri...ma a pensarci bene guardo anche i film che non mi piacciono fino in fondo.
Ma piu' che alla statistica penso alla sfiga....specialmente per i fil visti al cinema.

scriverecala ha detto...

Caro anonimo, hai perfettamente ragione sui film al cinema.
Aggiungo che lasciare la sala del cinema schifato a un terzo del film è veramente una esperienza traumatica; mi sarà capitato non più di due volte nella vita.

scriverecala ha detto...

Caro anonimo, hai perfettamente ragione sui film al cinema.
Aggiungo che lasciare la sala del cinema schifato a un terzo del film è veramente una esperienza traumatica; mi sarà capitato non più di due volte nella vita.

sedge ha detto...

Il caro anonimo sono io, sedge.
In queste due settimane sto scrivendo da giringiro e non mi ero accorto che non mette il mio nick e non mi sono firmato.
Sorry.
Sedge.

sedge ha detto...

Il caro anonimo sono io, sedge.
In queste due settimane sto scrivendo da giringiro e non mi ero accorto che non mette il mio nick e non mi sono firmato.
Sorry.
Sedge.