martedì 9 ottobre 2007

Elementi di tenebra

Questa estate ho letto Elementi di tenebra di Andrea Carlo Cappi. Alcràn edizioni.


Più che un manuale di scrittura thriller è un saggio che ricostruisce in modo estremamente interessante la storia dei vari filoni del giallo-noir e analizza trame, strutture e personaggi tipici. Rende chiarissimo il fatto che ormai si sono scritti gialli di ogni tipo e che le brillanti idee originali che pensavamo di utilizzare prima o poi, in realtà sono già state poste in essere da un pezzo (e quasi tutte da una delle prime autrici, ovvero Agatha Christie, mannaggia a lei). La lettura del libro di Cappi può quindi essere poco confortante per chi aspiri a scrivere un giallo-noir originale, ma, d’altronde, come diceva qualcuno, è solo conoscendo la storia passata che possiamo progettare il futuro. È quindi questo un saggio di grande utilità.


Sinceramente avrei preferito leggerlo ora e non in agosto.

Appena dopo averlo finito ho iniziato infatti a immergermi ne L’assassinio di Roger Ackroyd di Agatha Christie, che una amica blogger appassionata del genere mi aveva indicato come il giallo migliore che avesse mai letto. Purtroppo Cappi, citando le varie sorprendenti strutture utilizzate dalla Christie, aveva evidenziato anche quella utilizzata dalla scrittrice ne L’assassinio di Roger Ackroyd, sia pur evitando di precisare il titolo del romanzo in questione.

Ho quindi, senza merito, sgamato subito il gioco di Agatha e ho letto tutto il libro conoscendone sin dall’inizio il colpevole. Ciò mi ha tolto ogni sorpresa e piacere della lettura, anche se, da un punto di vista tecnico, mi ha permesso di analizzare nel dettaglio, senza bisogno di una seconda lettura, il meccanismo messo in piedi da quella perfida autrice.


Comunque, devo dire che, in genere, i gialli della Christie, dove tutti paiono girare con il cronometro in mano e sono in grado di dire l'ora esatta in cui sono entrati o usciti da una stanza, non sono proprio i miei preferiti.

 


 

3 commenti:

katiuccia ha detto...

Li amo perchè accetto il suo gioco schematico, caro Sergio, perché ti danno gli elementi di un problema, in modo quasi matematico, e ti dicono "Tiè...Risolvi". Simenon ad esempio, lo leggo diversamente: io non sarò mai capace di capire l'animo di un personaggio, quindi aspetto che Maigret risolva per me, con la Christie c'è il giochino dietro, ed io gioco come una bambina. Nell'Assassinio di Roger Ackroyd ho sgamato senza sapendone nulla, dalla famosa frasetta...

scriverecala ha detto...

... quella che pronuncia mentre esce ...

In effetti l'avrei probabilmente notata anche io perchè suona un po' strana (o meglio: non necessaria, e quindi sospetta).

Di quel giallo in particolare, non mi torna però neanche tanto il "gioco schematico" perchè trovo irrazionale (o, meglio, estremamente azzardato) il piano messo su dal colpevole.

Comunque ora leggerò anche altro della Christie.

scriverecala ha detto...

... quella che pronuncia mentre esce ...

In effetti l'avrei probabilmente notata anche io perchè suona un po' strana (o meglio: non necessaria, e quindi sospetta).

Di quel giallo in particolare, non mi torna però neanche tanto il "gioco schematico" perchè trovo irrazionale (o, meglio, estremamente azzardato) il piano messo su dal colpevole.

Comunque ora leggerò anche altro della Christie.