Nel mio post di giovedì, 27 settembre 2007, intitolato Nero di Luna – Vichi ho riportato il pensiero di Vichi sulla creazione delle storie da parte dello scrittore. Ovvero che, almeno nel suo caso, le storie già esistono e lo scrittore si limita a farle emergere dall’oblio.
Riscorrendo i miei post, cosa che ogni tanto è bene che faccia, data la mia scarsa memoria, ho ritrovato il mio post del 3 marzo 2007 Stephen King e l’haiku tombolato, dove avevo rilevato che Stephen King e i promotori dell’haiku tombolato (ovvero formato sul loro sito con terne di versi estratte dal computer a caso) la pensano alla stessa maniera, che poi è la medesima di Vichi, sulla creazione delle storie (o delle poesie).
Nel mio piccolo, per quel che possa interessare, sono d’accordo anch’io. Le storie sono già lì. Occorre solo armarsi di santa pazienza ed andare a recuperarle.
9 commenti:
Rileggere i propri lavoretti virtuali letterari è buona cosa,fa piacere vedere come si scrive oltre a ricordare cosa si è scritto. E leggernei commenti altrettanto.
Secondo me non tutte le storie scritte esistono di già. Non nascono da sole alcune ?
Rileggere i propri lavoretti virtuali letterari è buona cosa,fa piacere vedere come si scrive oltre a ricordare cosa si è scritto. E leggernei commenti altrettanto.
Secondo me non tutte le storie scritte esistono di già. Non nascono da sole alcune ?
Forse diciamo la stessa cosa. Il fatto che lo scrittore senta che la storia che sta scrivendo "nasce da sola" gli fa pensare che la storia in questione pre-esistesse già. L'autore ha l'impressione di star facendo una riscoperta. King usa l'immagine del paleontologo che recupera uno per uno i pezzi del dinosauro e ne ricostruisce la struttura. Vichi ha parlato dell'archelogo che recupera in una grotta un vaso antico a pezzi. Il concetto è lo stesso. C'è spesso un momento in cui l'autore, magari dopo averci meditato a lungo, "vede" la storia e capisce che essa non può essere che così. E si stupisce di non aver capito prima quello che ora appare evidente e "necessario".
Anche Borges ha scritto belle parole sulla questione delle storie che già esistono tutte, ma io, come noto, ho scarsa memoria e in questo momento non ricordo esattamente cosa ha detto. Nè dove.
Forse diciamo la stessa cosa. Il fatto che lo scrittore senta che la storia che sta scrivendo "nasce da sola" gli fa pensare che la storia in questione pre-esistesse già. L'autore ha l'impressione di star facendo una riscoperta. King usa l'immagine del paleontologo che recupera uno per uno i pezzi del dinosauro e ne ricostruisce la struttura. Vichi ha parlato dell'archelogo che recupera in una grotta un vaso antico a pezzi. Il concetto è lo stesso. C'è spesso un momento in cui l'autore, magari dopo averci meditato a lungo, "vede" la storia e capisce che essa non può essere che così. E si stupisce di non aver capito prima quello che ora appare evidente e "necessario".
Anche Borges ha scritto belle parole sulla questione delle storie che già esistono tutte, ma io, come noto, ho scarsa memoria e in questo momento non ricordo esattamente cosa ha detto. Nè dove.
e bisogna saperle scrivere...
ps. confermo che al louvre si può fotografare (hanno tolto il divieto da poco) e quella fotodella grande odalisca è fatta da mezzo metro di distanza!
e bisogna saperle scrivere...
ps. confermo che al louvre si può fotografare (hanno tolto il divieto da poco) e quella fotodella grande odalisca è fatta da mezzo metro di distanza!
Ma Akio, sei sempre a giro?
Che bella vita!
Ma Akio, sei sempre a giro?
Che bella vita!
Scusa sei per caso il figlio di Pietro Calamandrei ? akio in giro ? akio è un grande. Rispondimi sul mio blog.
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