lunedì 17 novembre 2008

Sergio Rilletti e Marcos

Alcune volte realtà e narrativa si sovrappongono con effetti sconvolgenti.


E' apparsa in questi giorni sui giornali la storia di Marcos Garcia Martiniano, ragazzo disabile, autistico, che è stato lasciato dai volontari della Misericordia di Lastra a Signa davanti al cancello d’ingresso del centro ‘Il Faro’ di Scandicci. Il centro però era chiuso (i volontari, invece, sostengono di aver visto Marcos entrare nella struttura) e del ragazzo si sono perse le tracce fino a quando un tartufaio non ne ha ritrovato il cadavere in un bosco di Certaldo.


Le cause della morte non sono ancora state accertate (attacco epilettico, freddo, malore?) ma la cosa sicura è che nel suo vagabondare il trentenne ha incontrato varie persone, nessuna delle quali ha pensato di aiutarlo.


La vicenda mi ha colpito molto, anche perchè avevo letto da poco il racconto Solo di Sergio Rilletti e sono stato quindi in grado di capire con precisione cosa avesse passato Marcos. 


Riletti è un ragazzo disabile che si occupa di letteratura e nel racconto in questione ha descritto in modo accurato le sensazioni che ha provato un giorno che si è ritrovato abbandonato in un parco. Per fortuna la sua avventura ha avuto un esito meno tragico di quello del povero Marcos.


Mi pare giusto lasciare qui la parola a Sergio Rilletti.  


Certe storie sono destinate ad essere ricordate nel tempo, anche se qualcuno avrebbe voluto che non si sapessero mai.

    Certe storie sono destinate ad essere portatrici di verità, anche se qualcuno, di nascosto, tenta goffamente di sminuirle e di occultarle.

    Certe storie sono destinate a volare di bocca in bocca, anche se qualcuno, sempre di nascosto, consiglia di non parlarne... e altri, ingenuamente, decidono di dargli retta.

    Provocando, così, l'effetto opposto. O, per usare un termine medico, l'Effetto Paradosso!

 

    Solo!, il mio thriller autobiografico in cui racconto fedelmente ciò che mi è accaduto Domenica 9 Aprile 2006 al Parco di Monza - quando sono stato abbandonato, da solo, a bordo della mia piccola carrozzina elettrica -, che avevo scritto nella speranza di ritrovare i due giovani che mi avevano soccorso e che ora molte persone vorrebbero vedere trasportato in film, torna a far parlare di sè.

 

    A quasi due anni dalla sua prima pubblicazione su M-Rivista del mistero "Lezioni di paura" (Alacran Edizioni), dopo aver fatto il giro del mondo attraverso diversi siti e blog - a cominciare da Letteratitudine di Massimo Maugeri (http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2007/03/16/solo-racconto-di-sergio-rilletti )  - , e dopo aver interessato molti conduttori radiofonici e avermi fatto partecipare da protagonista a due prestigiosi programmi di Radio Rai - Tutti i colori del giallo e Diversi da chi? -, Solo! attira ancora l'attenzione di pubblico e critica.

    Infatti, recentemente, il sito ThrillerMagazine ha pubblicato una bella recensione di Elio Marracci su questo mio racconto, dove, tra le altre cose, viene sottolineato il paradosso tra le inaspettate capacità di una persona disabile - sola, con gravi difficoltà motorie e di linguaggio -, e l'assoluta incapacità di un intero gruppo di persone "normodotate".

 

    Se volete leggere questa recensione, il link diretto è:  http://www.thrillermagazine.it/libri/7048

    Se volete scaricare gratuitamente e leggere Solo!, il link diretto è:  http://alanaltieri.forumfree.net/?t=27018457

 

    Solo! è una vicenda che ha appassionato e coinvolto tutti coloro che l'hanno letta.

    E' una storia che, nonostante la sua durezza, molti genitori hanno voluto leggere ai propri bambini.

    E' una storia che, come già detto, molti vorrebbero veder trasportata in film.

 

    Solo! è una storia vera che non avrei mai voluto scrivere, ma che, nonostante tutto, mi ha portato davvero molta fortuna!

    Chissà se me ne porterà ancora in futuro?

 

 

Grazie per l'attenzione!

                           Sergio

 

2 commenti:

PannychisXI ha detto...

Triste storia, Sergio, da raccontare e raccontarci ogni volta che ci ovattiamo le orecchie al dolore altrui. Bacio.

sedge ha detto...

Concordo, sono le storie che dobbiamo ricordarci per non dimenticarci di far diventare gli altri delle semplici figure.