giovedì 27 gennaio 2011

Scerbanenco : i temi

Continua la pubblicazione dei miei appunti su Scerbanenco; la traccia dell'intervento che farò sabato 29 al Festival del giallo di Pistoia.
 

I TEMI RICORRENTI

 


Una visione morale del mondo
 
Nel mondo prevale il male; si può combatterlo, si possono ottenere momentanee vittorie, ma l’ordine ristabilito non è mai possibile considerarlo positivo, dato che il punto di equilibrio di questo mondo, di questa realtà è moralmente basso, inferiore al minimo.
Tutto è svenduto ed oggetto di mercificazione.

 



La violenza è un istinto insito nell’uomo (vedi pag. 114 RDM)
Nondimeno occorre continuare a combattere. In Venere privata (VP pag. 99) la seconda parte del romanzo è introdotta da questa frase:
“Ogni volta che si trova uno sfruttatore bisogna schiacciarlo. Ma che vuoi schiacciare, tenerezza mia, più ne schiacci e più ce ne sono. E va bene, ma forse bisogna schiacciarli lo stesso.”
 



C’è un forte, ma disperato e disilluso, senso etico.
Càrrua dice
“non aveva mai capito veramente perché Duca – e anche il padre di Duca – ci tenessero tanto alle cose giuste, alla giustizia, perché volessero rendere così difficile la vita, che era già tanto difficile, con quelle complicazioni di giusto e di giustizia. Ma una cosa comprendeva: che doveva tenersi Duca così com’era, cambiarlo non si poteva.”
 

 



Duca Lamberti spiega così la sua visione del mondo e il motivo per il quale sente l’imperativo morale di combattere contro certi delinquenti:
 



Leggere Pag. 127/128 VP
 

 



Le leggi che tutelano i delinquenti che “dopo pochi anni sono di nuovo fuori” (vedi pag. 224 RDM). Il dubbio se non sia meglio farsi giustizia sommaria da soli.
Leggere Pag. 125 TT
 



Non è vero che si deve solo perseguire la giustizia evitando la vendetta.
 



La giustizia spesso è elusa da cavilli giuridici o da amicizie con i potenti
Leggere pag. 168/169 TT pag. 130 TT

 



La stima (di sé stesso e da parte degli altri) è l’unica ricompensa per chi si comporta bene.  Pag. 231 TT
 
  
 
La reazione politicamente scorretta al male
 

 



La rabbia contro questi delinquenti che sanno che resteranno sostanzialmente impuniti, spesso spinge Lamberti a usare le maniere forti e ad alzare le mani.

E’ anche un problema di linguaggio, per Lamberti/Scerbanenco: certa gente capisce solo il linguaggio della violenza e se non si usa quello non si riesce a giungere in comunicazione con loro.
Bisogna essere consapevoli che non esiste un sistema di valori condiviso da tutti e se non si riesce a capire qual è il sistema di valori dell’interlocutore, non si ottiene alcun risultato.
Alcune persone sono DIVERSE, obbediscono a un linguaggio diverso TT,  pag. 72 MAS
 
 

 



  Comportamento non sempre corretto della polizia.
 



"E come è stato scoperto?" "A schiaffi. Era Mascaranti che l'interrogava. Quando combinano quei trucchi non pensano mai agli schiaffi. Non c'è mica bisogno di tante torture cinesi, al quinto o sesto schiaffo di Mascaranti, uno deve decidere prima che il cervello gli vada in acqua".
 
Duca stesso, spesso malmena i delinquenti che gli capitano sotto mano (Venere privata), talvolta con rabbia, come se si rendesse conto che la punizione fisica è l’unica punizione che essi temano.

 



   
 
Una visione politicamente scorretta dei delinquenti stessi
 



I delinquenti spesso sono descritti come persone irrimediabilmente corrotte nell’animo. Non c’è per loro alcuna speranza di recupero sociale (vedi il racconto Un minorenne da bruciare MC9).



 



Talvolta Scerbanenco presenta i due aspetti del problema, soprattutto quando si parla di delinquenti giovanissimi, sui quali ha influito certo anche l’ambiente (tema che ricorre molte volte in I ragazzi del massacro), ma di solito alla fine l’autore prende una posizione molto decisa, sostenendo che l’indole del delinquente è prevalentemente innata e immodificabile (vedi pag. 88 e 106/107 RDM).



 
I delinquenti sono stupidi, sennò non farebbero i delinquenti  (ripetuto più volte, vedi anche MC9 pag. 110)
 



La pietà per le donne sfruttate
 



Le donne sfruttate sessualmente e la prostituzione. L’autore ha una grande compassione per loro, anche se non proprio per tutte le donne.
 



 
 

 



La violenza descritta con crudezza, senza nascondere niente
 



Pulp.
 



Certe scene descritte da Scerbanenco sono davvero forti (il massacro in I ragazzi del massacro, le torture descritte in Traditori di tutti, la donna bruciata viva in I milanesi uccidono il sabato).
Non sembrano, però, forzature inserite per scioccare, come capita talora negli scrittori contemporanei. Sono naturali perché discendono dall’idea, più volte espressa dall’autore, che talune persone sono irrimediabilmente corrotte nell’animo



Continua...

 




 

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