venerdì 26 settembre 2008

L.A. Confidential di James Ellroy

L.A. Confidential di James Ellroy



Immagine di L.A. Confidential

Ho letto questo libro perchè avevo deciso di concedere a Ellroy un’ulteriore possibilità, sperando che questo romanzo fosse un po’ più classico e meno schizzato rispetto agli altri suoi che avevo letto (Le strade dell’innocenza e Perché la notte).


Il film che è stato tratto da questo giallo mi era piaciuto molto anche grazie all'interpretazione degli attori che ne formavano il ricchissimo cast (Bruce Willis, Kevin Spacey, Kim Basinger, Danny De Vito, Guy Pearce). Il romanzo, in effetti, è meno allucinato rispetto a quelli della saga del sergente Lloyd Hopkins, ma, malgrado le indubbie capacità di narratore di Elroy, non è riuscito a convincermi. Nel film la trama era stata molto semplificata e il periodo in cui si svolgeva la vicenda era molto più ristretto. Un'operazione del genere avrebbe giovato anche al romanzo che soffre un po' di prolissità. Pare quasi che l'autore, nel timore che il lettore si possa perdere nella marea di personaggi, abbia sentito il dovere di ripetere e riepilogare più volte i medesimi eventi. Gli stessi fatti, quindi, ad esempio, prima ci vengono narrati, poi vengono riepilogati in un facsimile di rapporto di polizia, poi ci vengono ricordati in un facsimile di articolo di giornale, poi ritornano nelle riflessioni di un investigatore, poi in quelle di un altro. Alla fine viene voglia di dire: l'ho capita, Elroy, questa cosa; andiamo avanti. Malgrado ciò, alcuni snodi della trama appaiono un po' forzati.


Nel complesso, consiglierei di non lasciarsi scappare il film, mentre il romanzo non mi appare imperdibile.

4 commenti:

akio ha detto...

non ho mai amato elroy

robertosantini ha detto...

Concordo con te, soprattutto per quanto riguarda la trama che è più lenta e macchinosa, rispetto al film. Unica cosa. L'inizio. A me pare veramente un grande incipit...
RS

scriverecala ha detto...

Ecco l'incipit (sulla rete si trova davvero tutto!):

Un motel abbandonato ai piedi delle colline di San Berdoo. Quando Buzz Meeks arrivò, aveva con sé novantaquattromila dollari, nove chili d’eroina pura, un fucile a pompa calibro 12, una 38 special, una 45 automatica e un coltello a serramanico che aveva comprato da un pachuco alla frontiera, un momento prima di accorgersi dell’auto parcheggiata proprio sulla linea di confine: gli scagnozzi di Mickey Cohen in una macchina senza insegne della polizia di Los Angeles, e lì accanto in piedi un paio di poliziotti di Tijuana, pronti ad alleggerirgli le tasche e a scaraventarlo nel fiume San Ysidro.

utente anonimo ha detto...

Dimenticavo: hai mai letto la trilogia americana di Ellroy, quella di American tabloid e 6 pezzi da mille? L'autore però non vuole ancora pubblicare il terzo libro annunciato...