venerdì 18 settembre 2009

Se anche a Lettere non leggono...

In relazione all'argomento strettamente collegato della scarsa propensione alla lettura dei nostri connazionali, segnalo questo articolo apparso su La Repubblica che riporta i dati sui test eseguiti all'Università di Firenze.

Ne riporto un estratto:

"Troppo difficile, non ce la fanno. A Lettere più di uno studente su due non supera il test di autovalutazione, a Economia uno su quattro non raggiunge la sufficienza, a Scienze della Formazione circa il 40 per cento degli allievi è al di sotto dei 18/30, la soglia della «promozione». La stessa situazione si replica a Ingegneria. L´università non chiude le porte, ma apre le aule ai corsi di recupero....
 

Colpisce e fa male la débâcle di Lettere perché riguarda l´italiano, l´uso della nostra lingua. Molti studenti cadono su un lessico ristretto e povero, conoscono poco o per niente il significato di termini tipo: «refuso», «velleità», «procrastinare».
I numeri nudi e crudi che circolano in piazza Brunelleschi sono questi che seguono. Su 1274 allievi, 519 hanno superato la prova (40,74%) e 755 (cioè il 59,26%) non hanno raggiunto il livello minimo di preparazione richiesta. Saranno quindi affidati ai corsi di recupero: non a caso la facoltà di Lettere ha appena reclutato dieci insegnanti delle medie superiori per puntellare le lacune.

«Siamo preoccupati - dice la preside Franca Pecchioli - il nostro non è un test culturale, ma sulla comprensione di un testo e sulla grammatica. Arrivo persino a dire che se non sanno oggi dov´è il Mar Nero pazienza, glielo insegneremo strada facendo, ma se non sono in grado di comprendere quando parla un docente a lezione perché non conoscono le parole, allora mi devo allarmare». Va detto che quest´anno c´è appena più severità: gli errori massimi per arrivare alla sufficienza sono passati da 5 a 4 su un totale di 20 domande. «Le lacune più gravi non riguardano la grammatica o la sintassi, la tragedia è il lessico: in un´intera sessione, cioè in un centinaio di allievi, nessuno ha saputo dire il significato della parola "procrastinare" e la scelta era su quattro possibilità».

Roberta Lanfredini, docente di Filosofia è la responsabile dell´orientamento e dell´organizzazione dei test e dei corsi di recupero. Spiega: «E´ come se molti studenti avessero perso l´uso di certe parole, c´è un´atrofia lessicale, una frattura nel loro linguaggio». Le cause? «Leggono poco, sono abituati a ripetere in maniera meccanica, hanno perso il gusto delle parole» risponde la ricercatrice, che sta pensando di avvisare via mail le scuole medie superiori da cui provengono quegli allievi."

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